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CENTENARIO INTER
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CENTENARIO INTER
Da FILOMARINO VITTORIO Ven Nov 14, 2008 4:53 pm
domenica 09 marzo 2008
100 anni di Inter, 100 anni di vittorie, di delusioni, di sogni. Il club nerazzurro ha festeggiato, ieri sera in piazza Duomo, in mezzo ai suoi tifosi, accorsi a migliaia per assistere al taglio della torta e celebrare la vittoria in campionato contro la Reggina. La classica ciliegina su un secolo di sport giocato con il cuore. Noi vogliamo ripercorrere la storia della squadra meneghina attraverso i personaggi che nella storia l'hanno resa celebre.
di Alfonso Nebuloso
A come Alessandro “spillo” Altobelli. Cannoniere del dodicesimo scudetto, nella stagione 79-80, è uno dei giocatori più acclamati della storia dell'Inter. Giocatore raffinato, umile e pungente è ricordato per la rete del terzo gol nella finale contro la Germania Ovest nei Campionati del mondo di Spagna 82. Ha giocato contro i migliori giocatori del dopoguerra: Zico, Platini e Maradona, non sfigurando affatto. Storica l’intesa con “Kalle” Rumenigge, durante le stagioni 84-87.
B come Baresi Giuseppe. Fratello di Franco campione pluridecorato del Milan berlusconiano, nell’Inter vanta presenze da record, ben 559 dal 1976 al 1992. Condottiero del dodicesimo scudetto, cercò di fermare Platini nel mondiale Mexico ’86, ma, come è risaputo, non riuscì nell'impresa e fummo eliminati dalla competizione.
B come Bergomi. Soprannominato “lo Zio” ai tempi in cui un paio di baffi gli procurava un'aria da persona molto matura, è stato Il più giovane campione del mondo dopo Pelè, avendo vinto il titolo con gli eroi di Bearzot in Spagna. Vanta il record assoluto di presenze nell’Inter, ben 758 dal 1979 al 1999. Protagonista dello scudetto dei record, nella stagione '88-'89, con Trapattoni in panchina, ultimamente è divenuto commentatore televisivo. Insieme al giornalista Fabio Caressa formano una coppia molto affiatata e non disdegna, spesso, di commentare la sua amata Inter.
C come Mariolino Corso. Famoso per le sue punizioni a “foglia morta“, calciate magistralmente con il piede sinistro. Pallino di Moratti padre nell’Inter targato anni 60. Vanta 502 presenze con 94 gol dal 1957 al 1973. Nel suo prestigioso palmares in maglia nerazzurra troviamo: 4 scudetti(’62-’63;’64-’65;’65-’66;’70-’71), 2 Coppe dei Campioni(’63-’64;’64-’65) e 2 coppe Intercontinentali(’64-’65,’65-’66).
D come Angelo Domenghini. Attaccante dell’inter per cinque stagioni, dal 1964 al 1969 vanta in maglia nerazzurra 164 presenze e 54 gol. Con questa lettera, poi, è impossibile non citare un altro grande centravanti: Ramon Diaz, argentino, che pur avendo vestiro la maglia nerazzurra per una sola stagione, in prestito dalla Fiorentina, è stato grande protagonista nella vittoria dello scudetto nella stagione '88–'89, avendo siglato 15 gol in 43 presenze.
E come Evaristo Beccalossi. “scusa se insisto mi chiamo Evaristo”. Straordinari erano i suoi dribbling. Forse è stato l’ultimo numero 10 dell’Inter a parte naturalmente Roberto Baggio. Formidabile era l’intesa con Alessandro Altobelli(già insieme nel Brescia) tanto da trascinare la Beneamata al dodicesimo scudetto nella stagione ’79 –‘80. Acclamato da tutta l’Italia calcistica e non solo, nel ’82, Bearzot gli negò la convocazione per i mondiali di Spagna. Memorabili i suoi goal nei derby milanesi che facevano disperare i tifosi del Milan.
F come Facchetti Giacinto. Il gigante buono, un icona del calcio internazionale. Giocatore di eccezionale forza fisica. Eroe capitano dell’Inter stellare, era un terzino di fascia, ma capace di segnare 75 gol in 634 partite dal 1960 al 1978. Soprannominato “Cipe” datogli da Herrera che, al primo allenamento lo chiamò..Cipelletti anziché Facchetti. Campione d’Europa a Roma nel ’68 con la Nazionale, fu premiato come miglior giocatore della competizione. E'scomparso recentemente per una grave malattia. Scontato il fatto che i giocatori dell'Inter abbiano dedicato il tricolore apena conquistato proprio alla sua memoria e a quella di un altro personaggio indimenticabile: Peppino Prisco.
F come Figo. Un pallone D’oro alla corte di Mancini e Moratti per la conquista del tanto desiderato scudetto. Ha mostrato professionalità, classe e costanza di rendimento all’età di 34 anni. Campione vero, un galactico reale non mediatico, ha annunciato il suo addio alla maglia nerazzura, non negando alcuni contrasti con l'allenatore. Amato dai tifosi, proprio nella partita finale del campionato ha siglato ,su rigore, la sua ultima rete con la maglia dell'Inter. Adesso lo attende un ricco futuro in Arabia, anche se patron Moratti farebbe qualsiasi cosa per trattenerlo.
G come Guarnirei Aristide. Storico stopper dell’Inter che fu, formava con Burnich una coppia di difensori veramente agguerrita.
G come Gresko Vratislav. Non ce ne vogliano i tifosi nerazzuri, ma risultava impossibile non citare il protagonista assoluto, in negativo, di una delle più grandi delusioni subita dalla squadra interista nell'era Moratti. Era il 5 maggio del 2002, e allo stadio Olimpico si disputava Lazio – Inter. Ai nerazzurri serviva la vittoria per conquistare lo scudetto, mantre la Lazio non chiedeva nulla all'incontro. Proprio dei gravissimi errori di Gresko, permisero alla squadra della capitale di vincere per 4-2. Storiche sono rimaste le lacrime di Ronaldo in panchina e la delusione dei trentamila tifosi dell'Inter accorsi a Roma per festeggiare.
H come Herrera Helenio. Allenatore dell’Inter stellare di Angelo Moratti, padre di Massimo. Detto il “mago”, era considerato un vero sratega per i suoi metodi rivoluzionari di allenamento e di tattica. E'stato, infatti, il primo allenatore ad inventare il ruolo del libero, ed è stato anche il primo a parlare e commentare con la stampa le partite giocate e quelle da disputare. Ha creato un gruppo di giocatori che in cinque anni ha vinto tanto e non solo: 3 Campionati italiani (’62-’63;’64-’65;’65-’66;) e due secondi posti (’63-’64;’66-’67;), 2 Coppe dei Campioni( ,63-’64;’64-’65;) e una Finale persa (’66-’67), 2 Coppe Intercontinentali (1965-1966) creando una pagina di leggenda nella storia del calcio mondiale.
I come Ibrahimovic Zatlan. Se si dovesse dare un nome e cognome allo scudetto appena conquistato, bisognerebbe darlo a questo svedese arrogante, ma vero e proprio genio del calcio moderno. Destinato a diventare un campione eterno, quest’anno è stato l’artefice massimo della strameritata vittoria finale, siglando ben 15 goal in 27 presenze, ma soprattutto mandando in visibilio i propri tifosi con colpi di classe che, allo stadio San Siro, non si vedevano da tempo.
J come Jair Da Costa. Attaccante, scoperto dal mago Herrera tra le riserve del Brasile al mondiale del cile ‘62, fu artefice di goal importanti tra cui uno in finale in coppa campioni ’64-’65 contro il Benefica.
J come Juary. Attaccante brasiliano, restò all’Inter solamente una stagione (’82 –’83), disputando 36 presenze e siglando 4 goal. Messosi in evidenza nell’Avellino, simpatico e singolare era il suo modo di esultare dopo un goal: una danza intorno alla bandierina del calcio d’angolo.
K come Klinsmann Jurgen. E' stato l'allenatore della nazionale tedesca negli ultimi campionati del mondo in Germania. All’Inter nell’era Pellegri–Trapattoni vinse una Coppa UEFA (’90-’91) e una Supercoppa italiana (’89). Soprannominato "KataKlinsmann" per il suo modo irruente di stare in campo, ha segnato 40 goal in 123 partite, lasciando un stupendo ricordo fra i sostenitori della Beneamata.
L come Lorenzi Benito. Un cannoniere di razza, ha militato nell’Inter per un decennio (‘47/’58) diventando l’idolo delle folle dell’epoca, che gremivano gli stadi anche per dimenticare gli orrori delle seconda guerra mondiale. Carattere molto forte, arcigno e dinamico era famoso per il suo gioco esplosivo che gli permise di siglare ben 143 goal in 314 partite.
M come Mozzini Roberto. E' rimasto nella storia dell'Inter perchè fu l’uomo goal dello scudetto ’79-'80. Fu lui, infatti, a siglare la rete del 2-2 a S.Siro contro la Roma dando alla sua squadra la certezza matematica del titolo a due giornate dalla fine del campionato. Curioso il fatto che è stato il suo unico gol, in 59 partite disputate.
M come Matthaus Lothar. Il panzer tedesco riuscì nell'impresa di riportare lo scudetto dopo nove anni a Milano, giocando contro il Napoli di Maradona, il Milan di Van Basten e Gullit e la Sampedoriua di Mancini e Vialli. Vinse, infatti, il tricolore soprannominato “dei record” (’88-’89) al suo primo anno di Inter, quella del Trap. Con la nazionale tedesca ha vinto la coppa del mondo in Italia nel 1990 battendo in finale l’Argentina di Maradona. I tifosi dell'Inter lo ricordano come un vero un vero campione di tenacia e di agonismo. Ha segnato ben 53 reti in 153 partite.
M come Meazza Giuseppe. Simbolo dell’Inter delle origini. Dal 1927 al 1947, ha vestito la maglia nerazzura per ben 408 partite, mettendo a segno 288 reti. 2 Scudetti vinti (’29-’30;’37-’38), è il primo giocatore considerato una bandiera per l’Inter, ma a fine carriera vestirà anche la maglia del Milan.
N come Nicola Berti. Centrocampista toscano ha disputato in maglia nerazzura 311 partite, siglando 41 goal. Bandiera di un’Inter goliardica, molto sentiti erano i suoi derby contro il Milan. Resta indelebile nella memoria degli italiani un suo gol in coppa Uefa contro il Bayern di Monaco, ottenuto dopo una cavalcata solitaria di 50 metri, e condito da una corsa e un grido di gioia memorabili. Ha vinto il tredicesimo scudetto (’88-’89) e tre Coppe Uefa ( ’90-’91;’93-’94; ’97-’98;)
O come Oriali Gabriele. Protagonista di "una vita da mediano" cosi come recitava la canzone del Liga, a lui dedicata, E' stato campione del mondo di Spagna ‘82 , campione di fatica e di umiltà. Provienente dal vivaio dell’Inter, ha giocato dal 1970 al 1983.
P come Punti. 97. Sono quelli conquistati dall'Inter per conquistre il suo quindicesimo scudetto. Davvero una cavalcata trionfale quella della squadra nerazzura. Una sola sconfitta in tutto il campionato, contro la Roma alla ventiduesima giornata. Demolito il record delle vittorie consecutive conquistato lo scorso anno proprio dalla squadra giallorossa: ben 18 infatti quelle ottenute dall'Inter di quest'anno.
R come Roberto Mancini. Allenatore dell’Inter scudettato di ufficio dello scorso anno, una vittoria asseganta a tavolino dopo le sentenze di calciopoli. Ha, invece, conquistato sul campo il tricolore nemro 15, ma con Juventus in B e il Milan in A con 8 punti di penalizzazione. Da giocatore ha conquistato uno scudetto con la Sampdoria e con la Lazio, mentre da tecnico ha guidato la Fiorentina alla conquista della coppa Italia. L'anno prossimo sarà chiamato a ripetersi in un campionato che vedrà rischierate al via tutte le più importanti pretendenti al titolo.
S come Sandro Mazzola. Figlio di Valentino, capitano del grande Torino. A 21 anni vince la sua prima coppa campioni (Inter–Real Madrid 3-1 Vienna ’63-’64) segnado due goal in finale contro il grande real di Puskas e di Di Stefano, che a fine partita si complimentò per aver visto in lui il talento appartenuto a suo padre. Insieme a Facchetti è stato una bandiera dell’Inter degli anni '60 e ’70. Molto accesa la sua rivalità con il “cugino” milanese Gianni Rivera che divise tutta l’Italia calcistica, soprattutto ai mondiali di Città del messico nel 1970. In maglia nerazzura ha disputato 565 partite, segnando 160 goal. Ha vinto praticamente tutto con l’Inter di quegli anni.
T come Terzini. Ultimamente il ruolo del terzino, soprattutto sinistro, è stato quasi un nervo scoperto nella difesa nerazzura. Dopo la partenza del brasiliano Roberto Carlos, infatti, si sono succeduti giocatori di livello non eccelso fatto che ha condizionato pesantemente le stagioni della squadra milanese. Adesso con l'esplosione di Maxwell e con l'acquisto del nazionale Grosso la questione sembra essere risolta, ma non si possono dimenticare gli storici difensori del passato, da Tarcisio Burnich, indelebile campione dell’Inter stellare degli anni ‘60 a Matthias Breme protagonista dello scudetto dei record.
100 anni di Inter, 100 anni di vittorie, di delusioni, di sogni. Il club nerazzurro ha festeggiato, ieri sera in piazza Duomo, in mezzo ai suoi tifosi, accorsi a migliaia per assistere al taglio della torta e celebrare la vittoria in campionato contro la Reggina. La classica ciliegina su un secolo di sport giocato con il cuore. Noi vogliamo ripercorrere la storia della squadra meneghina attraverso i personaggi che nella storia l'hanno resa celebre.
di Alfonso Nebuloso
A come Alessandro “spillo” Altobelli. Cannoniere del dodicesimo scudetto, nella stagione 79-80, è uno dei giocatori più acclamati della storia dell'Inter. Giocatore raffinato, umile e pungente è ricordato per la rete del terzo gol nella finale contro la Germania Ovest nei Campionati del mondo di Spagna 82. Ha giocato contro i migliori giocatori del dopoguerra: Zico, Platini e Maradona, non sfigurando affatto. Storica l’intesa con “Kalle” Rumenigge, durante le stagioni 84-87.
B come Baresi Giuseppe. Fratello di Franco campione pluridecorato del Milan berlusconiano, nell’Inter vanta presenze da record, ben 559 dal 1976 al 1992. Condottiero del dodicesimo scudetto, cercò di fermare Platini nel mondiale Mexico ’86, ma, come è risaputo, non riuscì nell'impresa e fummo eliminati dalla competizione.
B come Bergomi. Soprannominato “lo Zio” ai tempi in cui un paio di baffi gli procurava un'aria da persona molto matura, è stato Il più giovane campione del mondo dopo Pelè, avendo vinto il titolo con gli eroi di Bearzot in Spagna. Vanta il record assoluto di presenze nell’Inter, ben 758 dal 1979 al 1999. Protagonista dello scudetto dei record, nella stagione '88-'89, con Trapattoni in panchina, ultimamente è divenuto commentatore televisivo. Insieme al giornalista Fabio Caressa formano una coppia molto affiatata e non disdegna, spesso, di commentare la sua amata Inter.
C come Mariolino Corso. Famoso per le sue punizioni a “foglia morta“, calciate magistralmente con il piede sinistro. Pallino di Moratti padre nell’Inter targato anni 60. Vanta 502 presenze con 94 gol dal 1957 al 1973. Nel suo prestigioso palmares in maglia nerazzurra troviamo: 4 scudetti(’62-’63;’64-’65;’65-’66;’70-’71), 2 Coppe dei Campioni(’63-’64;’64-’65) e 2 coppe Intercontinentali(’64-’65,’65-’66).
D come Angelo Domenghini. Attaccante dell’inter per cinque stagioni, dal 1964 al 1969 vanta in maglia nerazzurra 164 presenze e 54 gol. Con questa lettera, poi, è impossibile non citare un altro grande centravanti: Ramon Diaz, argentino, che pur avendo vestiro la maglia nerazzurra per una sola stagione, in prestito dalla Fiorentina, è stato grande protagonista nella vittoria dello scudetto nella stagione '88–'89, avendo siglato 15 gol in 43 presenze.
E come Evaristo Beccalossi. “scusa se insisto mi chiamo Evaristo”. Straordinari erano i suoi dribbling. Forse è stato l’ultimo numero 10 dell’Inter a parte naturalmente Roberto Baggio. Formidabile era l’intesa con Alessandro Altobelli(già insieme nel Brescia) tanto da trascinare la Beneamata al dodicesimo scudetto nella stagione ’79 –‘80. Acclamato da tutta l’Italia calcistica e non solo, nel ’82, Bearzot gli negò la convocazione per i mondiali di Spagna. Memorabili i suoi goal nei derby milanesi che facevano disperare i tifosi del Milan.
F come Facchetti Giacinto. Il gigante buono, un icona del calcio internazionale. Giocatore di eccezionale forza fisica. Eroe capitano dell’Inter stellare, era un terzino di fascia, ma capace di segnare 75 gol in 634 partite dal 1960 al 1978. Soprannominato “Cipe” datogli da Herrera che, al primo allenamento lo chiamò..Cipelletti anziché Facchetti. Campione d’Europa a Roma nel ’68 con la Nazionale, fu premiato come miglior giocatore della competizione. E'scomparso recentemente per una grave malattia. Scontato il fatto che i giocatori dell'Inter abbiano dedicato il tricolore apena conquistato proprio alla sua memoria e a quella di un altro personaggio indimenticabile: Peppino Prisco.
F come Figo. Un pallone D’oro alla corte di Mancini e Moratti per la conquista del tanto desiderato scudetto. Ha mostrato professionalità, classe e costanza di rendimento all’età di 34 anni. Campione vero, un galactico reale non mediatico, ha annunciato il suo addio alla maglia nerazzura, non negando alcuni contrasti con l'allenatore. Amato dai tifosi, proprio nella partita finale del campionato ha siglato ,su rigore, la sua ultima rete con la maglia dell'Inter. Adesso lo attende un ricco futuro in Arabia, anche se patron Moratti farebbe qualsiasi cosa per trattenerlo.
G come Guarnirei Aristide. Storico stopper dell’Inter che fu, formava con Burnich una coppia di difensori veramente agguerrita.
G come Gresko Vratislav. Non ce ne vogliano i tifosi nerazzuri, ma risultava impossibile non citare il protagonista assoluto, in negativo, di una delle più grandi delusioni subita dalla squadra interista nell'era Moratti. Era il 5 maggio del 2002, e allo stadio Olimpico si disputava Lazio – Inter. Ai nerazzurri serviva la vittoria per conquistare lo scudetto, mantre la Lazio non chiedeva nulla all'incontro. Proprio dei gravissimi errori di Gresko, permisero alla squadra della capitale di vincere per 4-2. Storiche sono rimaste le lacrime di Ronaldo in panchina e la delusione dei trentamila tifosi dell'Inter accorsi a Roma per festeggiare.
H come Herrera Helenio. Allenatore dell’Inter stellare di Angelo Moratti, padre di Massimo. Detto il “mago”, era considerato un vero sratega per i suoi metodi rivoluzionari di allenamento e di tattica. E'stato, infatti, il primo allenatore ad inventare il ruolo del libero, ed è stato anche il primo a parlare e commentare con la stampa le partite giocate e quelle da disputare. Ha creato un gruppo di giocatori che in cinque anni ha vinto tanto e non solo: 3 Campionati italiani (’62-’63;’64-’65;’65-’66;) e due secondi posti (’63-’64;’66-’67;), 2 Coppe dei Campioni( ,63-’64;’64-’65;) e una Finale persa (’66-’67), 2 Coppe Intercontinentali (1965-1966) creando una pagina di leggenda nella storia del calcio mondiale.
I come Ibrahimovic Zatlan. Se si dovesse dare un nome e cognome allo scudetto appena conquistato, bisognerebbe darlo a questo svedese arrogante, ma vero e proprio genio del calcio moderno. Destinato a diventare un campione eterno, quest’anno è stato l’artefice massimo della strameritata vittoria finale, siglando ben 15 goal in 27 presenze, ma soprattutto mandando in visibilio i propri tifosi con colpi di classe che, allo stadio San Siro, non si vedevano da tempo.
J come Jair Da Costa. Attaccante, scoperto dal mago Herrera tra le riserve del Brasile al mondiale del cile ‘62, fu artefice di goal importanti tra cui uno in finale in coppa campioni ’64-’65 contro il Benefica.
J come Juary. Attaccante brasiliano, restò all’Inter solamente una stagione (’82 –’83), disputando 36 presenze e siglando 4 goal. Messosi in evidenza nell’Avellino, simpatico e singolare era il suo modo di esultare dopo un goal: una danza intorno alla bandierina del calcio d’angolo.
K come Klinsmann Jurgen. E' stato l'allenatore della nazionale tedesca negli ultimi campionati del mondo in Germania. All’Inter nell’era Pellegri–Trapattoni vinse una Coppa UEFA (’90-’91) e una Supercoppa italiana (’89). Soprannominato "KataKlinsmann" per il suo modo irruente di stare in campo, ha segnato 40 goal in 123 partite, lasciando un stupendo ricordo fra i sostenitori della Beneamata.
L come Lorenzi Benito. Un cannoniere di razza, ha militato nell’Inter per un decennio (‘47/’58) diventando l’idolo delle folle dell’epoca, che gremivano gli stadi anche per dimenticare gli orrori delle seconda guerra mondiale. Carattere molto forte, arcigno e dinamico era famoso per il suo gioco esplosivo che gli permise di siglare ben 143 goal in 314 partite.
M come Mozzini Roberto. E' rimasto nella storia dell'Inter perchè fu l’uomo goal dello scudetto ’79-'80. Fu lui, infatti, a siglare la rete del 2-2 a S.Siro contro la Roma dando alla sua squadra la certezza matematica del titolo a due giornate dalla fine del campionato. Curioso il fatto che è stato il suo unico gol, in 59 partite disputate.
M come Matthaus Lothar. Il panzer tedesco riuscì nell'impresa di riportare lo scudetto dopo nove anni a Milano, giocando contro il Napoli di Maradona, il Milan di Van Basten e Gullit e la Sampedoriua di Mancini e Vialli. Vinse, infatti, il tricolore soprannominato “dei record” (’88-’89) al suo primo anno di Inter, quella del Trap. Con la nazionale tedesca ha vinto la coppa del mondo in Italia nel 1990 battendo in finale l’Argentina di Maradona. I tifosi dell'Inter lo ricordano come un vero un vero campione di tenacia e di agonismo. Ha segnato ben 53 reti in 153 partite.
M come Meazza Giuseppe. Simbolo dell’Inter delle origini. Dal 1927 al 1947, ha vestito la maglia nerazzura per ben 408 partite, mettendo a segno 288 reti. 2 Scudetti vinti (’29-’30;’37-’38), è il primo giocatore considerato una bandiera per l’Inter, ma a fine carriera vestirà anche la maglia del Milan.
N come Nicola Berti. Centrocampista toscano ha disputato in maglia nerazzura 311 partite, siglando 41 goal. Bandiera di un’Inter goliardica, molto sentiti erano i suoi derby contro il Milan. Resta indelebile nella memoria degli italiani un suo gol in coppa Uefa contro il Bayern di Monaco, ottenuto dopo una cavalcata solitaria di 50 metri, e condito da una corsa e un grido di gioia memorabili. Ha vinto il tredicesimo scudetto (’88-’89) e tre Coppe Uefa ( ’90-’91;’93-’94; ’97-’98;)
O come Oriali Gabriele. Protagonista di "una vita da mediano" cosi come recitava la canzone del Liga, a lui dedicata, E' stato campione del mondo di Spagna ‘82 , campione di fatica e di umiltà. Provienente dal vivaio dell’Inter, ha giocato dal 1970 al 1983.
P come Punti. 97. Sono quelli conquistati dall'Inter per conquistre il suo quindicesimo scudetto. Davvero una cavalcata trionfale quella della squadra nerazzura. Una sola sconfitta in tutto il campionato, contro la Roma alla ventiduesima giornata. Demolito il record delle vittorie consecutive conquistato lo scorso anno proprio dalla squadra giallorossa: ben 18 infatti quelle ottenute dall'Inter di quest'anno.
R come Roberto Mancini. Allenatore dell’Inter scudettato di ufficio dello scorso anno, una vittoria asseganta a tavolino dopo le sentenze di calciopoli. Ha, invece, conquistato sul campo il tricolore nemro 15, ma con Juventus in B e il Milan in A con 8 punti di penalizzazione. Da giocatore ha conquistato uno scudetto con la Sampdoria e con la Lazio, mentre da tecnico ha guidato la Fiorentina alla conquista della coppa Italia. L'anno prossimo sarà chiamato a ripetersi in un campionato che vedrà rischierate al via tutte le più importanti pretendenti al titolo.
S come Sandro Mazzola. Figlio di Valentino, capitano del grande Torino. A 21 anni vince la sua prima coppa campioni (Inter–Real Madrid 3-1 Vienna ’63-’64) segnado due goal in finale contro il grande real di Puskas e di Di Stefano, che a fine partita si complimentò per aver visto in lui il talento appartenuto a suo padre. Insieme a Facchetti è stato una bandiera dell’Inter degli anni '60 e ’70. Molto accesa la sua rivalità con il “cugino” milanese Gianni Rivera che divise tutta l’Italia calcistica, soprattutto ai mondiali di Città del messico nel 1970. In maglia nerazzura ha disputato 565 partite, segnando 160 goal. Ha vinto praticamente tutto con l’Inter di quegli anni.
T come Terzini. Ultimamente il ruolo del terzino, soprattutto sinistro, è stato quasi un nervo scoperto nella difesa nerazzura. Dopo la partenza del brasiliano Roberto Carlos, infatti, si sono succeduti giocatori di livello non eccelso fatto che ha condizionato pesantemente le stagioni della squadra milanese. Adesso con l'esplosione di Maxwell e con l'acquisto del nazionale Grosso la questione sembra essere risolta, ma non si possono dimenticare gli storici difensori del passato, da Tarcisio Burnich, indelebile campione dell’Inter stellare degli anni ‘60 a Matthias Breme protagonista dello scudetto dei record.
FILOMARINO VITTORIO- moderatote
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Re: CENTENARIO INTER
Da filomarino francesco Ven Nov 14, 2008 7:33 pm
belle frasi.E sopra tutto forza inter... 
filomarino francesco- Promessa
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AUDIA GIUSEPPE- moderatote
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Re: CENTENARIO INTER
Da spanò francesco pio Ven Nov 14, 2008 10:43 pm
siccome voi siete fori che all'olimpico ne avee preso quattro
spanò francesco pio- Promessa
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Re: CENTENARIO INTER
Da spanò francesco pio Ven Nov 14, 2008 10:43 pm
insomma staevi zitti che e meglio
spanò francesco pio- Promessa
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Re: CENTENARIO INTER
Da FILOMARINO VITTORIO Ven Nov 14, 2008 11:46 pm
I GRANDI NUMERI DI UNA FEDELa grandezza ed il prestigio di una società come l'Inter si misurano principalmente con i numeri. Dalla stagione 1929-30, primo campionato di Serie A a girone unico, a tutto il campionato 2007-08, i nerazzurri sono stati gli unici ad essere sempre presenti nella massima serie, hanno disputato 2506 partite ed ottenuto complessivamente 3440 punti. Le vittorie sono state 1231, i pareggi 717 e le sconfitte 558. Le reti segnate sono state 4199 e quelle subite 2572. INTER EMOTIONAL SITE ha ripercorso tutte le tappe di questa grande storia inserendo, all'interno del sito, i risultati di ogni partita con le statistiche stagione per stagione ed il bilancio degli incontri con ognuna delle 61 squadre affrontate.
NERAZZURRO E' IL COLORE CHE AMIAMO
Non esiste un'altra squadra come l'Inter, e l'interista lo sa. Non c'è un'altra squadra capace di vincere come l'Inter, di perdere come l'Inter, di smentire gli esperti come l'Inter, di complicarsi la vita come l'Inter, di compiere imprese memorabili e di subire umiliazioni terrificanti come l'Inter. Ogni vittoria ha il sapore speciale della battaglia vinta contro tutto e tutti; come due amanti l'Inter e i suoi tifosi si prendono e si lasciano in continuazione, ma alla fine l'amore trionfa e il popolo interista, pur sofferente per le tante ferite, aumenta di numero invece di diminuire.
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Re: CENTENARIO INTER
Da filomarino francesco Sab Nov 15, 2008 6:45 pm
che belle coppe. quando li fa la roma 
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Re: CENTENARIO INTER
Da klaudio lekocaj Mar Nov 18, 2008 10:51 pm
ste coppe brutte almeno il milan a 7 champions league e 17 campionati ITALIANI e voi 16
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Data d'iscrizione : 23.05.08
klaudio lekocaj- Promessa
- Numero di messaggi : 415
Età : 27
Località : san giovanni in fiore
Reputazione : 1
Data d'iscrizione : 04.06.08
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